Il problema delle telecamere nascoste in Corea del Sud: invasione silenziosa nella vita delle donne

La Corea del Sud ha un grande problema con le telecamere nascoste, conosciute come Molka몰카, che persiste nonostante gli sforzi governativi per porvi rimedio. Questa problematica, legata alla diffusione di telecamere nascoste anche il luoghi pubblici (bagni, camerini...), si traduce in un'invadenza inaccettabile nella privacy delle donne, con ripercussioni gravi e durature. Nonostante le leggi e le politiche messe in atto dal governo, la radice sessista e culturale del problema persiste, lasciando le donne vulnerabili a intrusioni intime non consensuali.

spy cam Corea del sud: problema che coinvolge le donne

Spy cam e crimini sessuali digitali

Le spy cam, o telecamere nascoste (in coreano "molka"몰카), sono piccolissimi dispositivi ingegnosamente mimetizzati in oggetti di uso quotidiano, creando un ambiente in cui i crimini sessuali digitali prosperano. Questi crimini coinvolgono la registrazione di immagini o video intimi senza il consenso delle vittime, colpendo principalmente le donne nei luoghi più intimi, come bagni pubblici, mezzi di trasporto, camerini. La pervasività di questi dispositivi è evidenziata dal fatto che l'80% delle vittime sono donne, mentre la maggior parte degli autori è di sesso maschile. Per completezza d'informazione diciamo subito che questo problema coinvolge altri paesi asiatici come la Cina e il Giappone oltre ad altri mediorentali. Ma noi ovviamente analizziamo la Corea del Sud.

Impatti devastanti sui diritti delle donne

Le vittime di questi crimini digitali subiscono impatti devastanti sulla loro vita quotidiana. Queste violazioni influenzano la libertà delle donne di navigare negli spazi pubblici, le loro scelte di abbigliamento e la fiducia nei confronti degli altri. Il racconto di una sopravvissuta illustra questa realtà, con il timore di utilizzare bagni pubblici e la costante paura di essere riprese senza consenso, creando una viva rappresentazione delle sfide affrontate quotidianamente.

Una battaglia per la giustizia

Nonostante la polizia abbia segnalato oltre 16.866 crimini sessuali digitali nel 2021, gli esperti ritengono che la cifra effettiva sia molto più elevata, con molte vittime che scelgono di non denunciare i fatti. La legge attuale prevede sanzioni per chiunque venga sorpreso a catturare o diffondere immagini illegalmente, ma i dati indicano che i colpevoli affrontano raramente conseguenze così gravi. Solo il 2% degli autori arrestati nel 2017 è finito in prigione per i reati sessuali digitali.

Il ruolo delle spy cam nella società sudcoreana

La crisi delle spy cam è sintomo di questioni più profonde legate all'ineguaglianza di genere e al patriarcato radicato nella società sudcoreana. Le donne sono spesso soggette a ruoli di genere tradizionali, enfatizzando la loro docilità e sottomissione. Questa dinamica, radicata nelle credenze patriarcali, alimenta la violenza di genere, contribuendo alla stigmatizzazione delle sopravvissute di crimini sessuali digitali. La paura di danneggiare l'accesso all'educazione, all'occupazione e alle relazioni personali dissuade le donne dal denunciare tali crimini, lasciando impuniti gli autori.

Soluzioni olistiche per un futuro sicuro. Ancora pochissime donne nei ruoli di leadership in Corea del Sud

Per affrontare efficacemente la crisi delle spy cam, è cruciale adottare un approccio olistico. Mentre il governo ha implementato regolamenti più severi e istituito squadre speciali per ispezionare i bagni pubblici alla ricerca di spy cam, queste misure sono insufficienti perché il problema non viene affrontato alla radice culturale e sociale.

Per una soluzione più completa, è essenziale migliorare la rappresentanza femminile in ruoli di leadership e promuovere condizioni di lavoro più eque. Solo il 5,8% delle posizioni esecutive nelle aziende quotate in borsa della Corea del Sud è occupato da donne, evidenziando la necessità di una maggiore parità di genere nel mondo del lavoro.

Fotografie con gli smartphone: il telefono emette sempre il suono "click"

In Corea del Sud e Giappone (e altri paesi asiatici), un curioso aspetto legato all'utilizzo degli smartphone riguarda la funzionalità della fotocamera. A differenza di molti altri paesi come ad esempio l'Italia, in alcuni paesi asiatici tra cui Corea del Sud e Giappone, non è possibile disattivare il suono della fotocamera nei dispositivi mobili. In pratica, quando si scatta una foto, il telefono emette sempre il distintivo suono del "click", anche se il dispositivo è impostato in modalità silenziosa. Questa peculiarità è stata implementata per preservare la privacy e prevenire l'uso non consensuale delle fotocamere, in particolare nei luoghi pubblici. Questo, l'avrete compreso, per combattere il problema delle foto cosiddette "upskirt" a ignare donne (quando indossano minigonne, ad esempio). L'intenzione di questa caratteristica è di avvisare chiunque nei dintorni quando viene scattata una fotografia, contribuendo così a ridurre situazioni potenzialmente invasive o imbarazzanti. 

Inoltre, un approccio educativo completo che copra temi come l'uguaglianza di genere, il consenso e la cittadinanza digitale è fondamentale per promuovere un cambiamento culturale. Solo attraverso l'educazione e una trasformazione dei valori radicati nel passato patriarcale, la Corea del Sud può sperare di prevenire danni futuri e garantire una società più sicura ed equa per tutti. La crisi delle spy cam non può essere risolta solo con leggi più severe, ma richiede un impegno collettivo per una trasformazione culturale e strutturale.

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